
Fiat Dino Coupè 2400
La Storia:
L'origine del nome "Dino" risale alla metà degli anni '50 quando Dino Ferrari Figlio di Enzo Ferrari progetto assieme a Vittorio Jano un motore a sei cilindri a V, da montare sia su vetture da competizione che su vetture stradali ad alte prestazioni.
Questo motore viene chiamato denominato "Dino".
La Fiat Dino coupè nacque da un accordo tra la Fiat e la Ferrari nel 1965 per la costruzione di 500 vetture sportive a su cui montare il motore Dino, per poter gareggiare nella categoria GT, queste vetture erano le Dino 206 GT
Successivamente vengono messe in produzione delle versioni più economiche a marchio Fiat, infatti le Dino 206 GT non venivano vendute ne con il marchio il marchio Ferrari, ne con il marchio Fiat, ma solo con il marchio "Dino", senza altre scritte.
Le Fiat Dino Coupè invece vengono commercializzate con marchio Fiat e montano un motore Dino da 2400 cc, realizzate appositamente per quella clientela che sognava prestazioni da Ferrari al Prezzo di una Fiat.
La Fiat Dino Coupè 2400 era la risposta giusta, una vettura potente dal prezzo certamente elevato ma più abbordabile di quello di una Ferrari.
La Tecnica:
La Fiat Dino Coupè è una vettura dalle prestazioni di tutto rispetto, ottima l'elasticità del motore che consente di partire anche in terza senza sussulti grazie anche alla robustezza della frizione, le Dino sono delle coupè con caratteristiche più da Ferrari che da Fiat.
L'impianto frenante non è all'altezza delle prestazioni nonostante i due circuiti indipendenti, uno che agisce per tutte quattro le ruote, e un'altro destinato alle due anteriori, e una pompa a vuoto che mantiene costante l'azione del servofreno la frenata della Dino 2400 Coupè non è soddisfacente, gli spazi di arresto sono lunghi e si nota una perdita di efficacia dopo un uso intenso.
Altra caratteristica da notare è il ponte posteriore a ruote indipendenti come nella Fiat 130, con il vantaggio di ridurre le masse posteriori non sospese, minor saltellamento delle ruote, riduzione degli scuotimenti laterali.
Il motore Dino 2400 è un 6 cilindri a V inclinati di 65° con 3 carburatori a doppio corpo Weber, e accensione elettronica a transistor Marelli Dinoplex, impianto che in presenza di sbalzi di temperatura dava molti problemi, il motore si spegneva e non ripartiva più.
Per ovviare a questo problema dal 1968 venne montato un sistema di accensione di scorta con una normale ma più affidabile bobina e condensatore sempre Marelli , praticamente un doppio impianto in modo tale che quando il sistema Dinoplex andava in avaria si poteva attivare l'impianto di scorta con un commutatore elettrico e ripartire.
La Fiat Dino Coupè 2400 ha consumi molto elevati, non è difficile scendere a 5 km con un litro se si sfruttano le prestazioni del motore.
La carrozzeria della Fiat Dino Coupè 2400 veniva realizzata da Bertone nel suo stabilimento di Grugliasco, mentre gli organi meccanici venivano montati successivamente a Maranello.
Caratteristiche Tecniche:
- Motore: 6 cilindri a V di 65°, cilindrata 2418 cc, potenza max 180 CV a 6600 giri/min, rapporto di compressione 9:1
- Alimentazione: tre carburatori doppio corpo Weber 40 DCN F/3
- Trasmissione: motore anteriore, trazione posteriore, cambio meccanico ZF a 5 rapporti tutti sincronizzati con frizione monodisco a secco, differenziale autobloccante
- Corpo vettura: coupè 4 posti 2 porte con carrozzeria portante, avantreno a ruote indipendenti idem al retrotreno, sterzo a vite e rullo con servosterzo idraulico
- Freni: idraulici a disco sulle 4 ruote con servofreno a depressione e pompa a vuoto
- Dimensioni: lunghezza 4,51 m, larghezza 1,70 m, peso 1380 kg
- Pneumatici: 205/70 VR 14
- Prestazioni: velocità max 205 km/h
- Consumi: 14.7 litri/100 km
Prezzo Di Listino nel 1972: 4.565.000
Valutazione Attuale: 15.000 euro
Hanno Parlato Di Lei:
Quattroruote Dicembre 1969
Ruoteclassiche Agosto 2003
1 commento:
contemporaneamente l'audi produceva una 100 coupè, quasi pantografata dalla fiat, solo un pò più brutta e con un motore aste e bilanceri da poco più di cento cavalli...sono passati quarant'anni e siamo noi italiani a correre dietro alle (auto) tedesche...
Posta un commento