giovedì 27 novembre 2008

Alfa Romeo Giulia 1600 TI 1962

Alfa Romeo Giulia 1600 Ti
















Giulia Ti 1600
La Storia:


L'Alfa Romeo Giulia nasce con il compito di sostituire la famosa Giulietta, i primi prototipi di Giulia iniziavano a circolare già nel 1960, ma il lancio ufficiale avviene all'Autodromo di Monza nel Giugno del 1962.

La Giulia assieme alle sue derivate, segna il passaggio della produzione Alfa Romeo dallo storico stabilimento del Portello al moderno complesso industriale di Arese più adatto a sopperire il forte incremento della domanda di automobili degli anni '60.

I giornali automobilistici dell'epoca sottovalutarono la Giulia, Quattroruote disse: "... la linea della Giulia appare piuttosto sconcertante, poco persuasiva, la coda troppo elaborata e percorsa da vistose incassature, inoltre le finiture non sono all'altezza della classe e del prezzo della vettura,...." ma in realtà la Giulia è la macchina che gli alfisti attendevano, una macchina che ha scritto un bel pezzo della storia dell'automobile.

La Giulia per la sua linea, per la sua aerodinamica, la potenza del motore, la tenuta di strada e il grado di sicurezza offerto è stata una delle autovetture italiane più amate dal pubblico, anche all'estero.



La Tecnica:


"Disegnata Dal Vento" recitava una pubblicità dell'epoca, infatti la Giulia possiede un ottimo coefficiente di penetrazione nell'aria, grazie alla profilatura del muso e alla coda tronca, infatti la sua linea è stata accuratamente studiata alla galleria del vento del Politecnico di Torino, da notare una classifica redatta da un'importante associazione inglese che poneva il Cx della Giulia tra le 5 migliori vetture circolanti all'epoca.

Particolare molto importante della Giulia, è la scocca a struttura differenziata, con abitacolo rigido per proteggere i passeggeri, appendici anteriore e posteriore deformabili in grado di assorbire buona parte dell'urto, inoltre parabrezza anteriore eiettabile in caso d'urto frontale.
La Giulia è stata una delle prime vetture ad adottare questa soluzione, tanto da entrare largamente negli standard di sicurezza adottati in America dal 1968.

La Giulia diventa il punto di riferimento di tutta l'industria automobilistica europea, sia per quanto riguarda la carrozzeria che per il suo rivoluzionario motore, praticamente è la berlina di serie più veloce al mondo per la cilindrata 1600 cc.

Il motore è un bialbero a 4 cilindri in linea da 92 CV DIN a 6000 giri/min, di derivazione aeronautica, interamente in alluminio, distribuzione a doppio albero in testa, camere di scoppio emisferiche e valvole al sodio, innovativo rispetto a tutte le altre vetture europee.
Cambio a 5 marce al volante all'inizio, poi viene adottato quello a leva centrale.

I freni sono a tamburo sulle 4 ruote, all'avantreno dotati di tre ganasce, ma appaiono al limite per una macchina in grado di superare i 175 km/h, infatti dal 1963 vengono adottati i freni a disco sulle 4 ruote con servofreno.

La Giulia è sempre stata apprezzata per la sua ottima tenuta di strada, la taratura delle sospensioni e l'assetto indovinato, fanno si che la vettura si inclina nelle curve ad alta velocità ma non perde l'aderenza in nessuna situazione.

Le finiture della Giulia non sono mai state all'altezza per la sua categoria, la qualità della plastica negli interni, la stoffa dei sedili, la scarsa tenuta delle guarnizioni il loro assemblaggio impreciso, sono state oggetto di critica da tutte le riviste automobilistiche d'epoca, ma le elevate prestazioni, il caratteristico suono del motore (musica per l'orecchio di un alfista) e tutte le altre virtù della sua meccanica hanno fatto della Giulia una delle macchine più amate dagli italiani.



Caratteristiche Tecniche:


  • motore: bialbero 4 cilindri in linea 1570 cc, alesaggio x corsa = 78 x 82 mm
  • potenza max: 92 CV DIN a 6000 giri/min
  • coppia max 12,1 mkg DIN a 4000 giri/min
  • trasmissione: motore anteriore, trazione posteriore, cambio con leva al volante a 5 rapporti tutti sincronizzati (dal 1964 con comando a leva centrale prima a richiesta senza sovrapprezzo e poi di serie), frizione monodisco a secco, retrotreno a ponte rigido, rapporto al ponte 5,125:1
  • freni: idraulici a pedale tamburo sulle 4 ruote con ganasce a 3 ceppi all'avantreno (a disco sulle 4 ruote con servofreno dal 1963)
  • carrozzeria: berlina 4 porte 5/6 posti, scocca autoportante in acciaio, sospensioni anteriori indipendenti, posteriori a ponte rigido, con molle elicoidali ed ammortizzatori
  • dimensioni: lunghezza 4,14 m, larghezza 1,56 m, altezza 1,43 m, peso 1000 kg
  • prestazioni: velocità max dichiarata 165 km/h, effettiva oltre 175 km/h
  • consumo: 10,4 litri/100 km
  • pneumatici: 155 x 15
  • serbatoio: 46 litri, riserva 7 litri


Prezzo di listino nel 1962: 1.595.000 lire

Valutazione attuale:

Giulia con freni a Tamburo 10.000 euro

Giulia con freni a Disco: 8.000 euro

(ruoteclassiche Novembre 2013)


Curiosità:


La Giulia apre la strada al concetto di autovettura moderna, veloce, facile da guidare e contenuta nei consumi, attenta alla sicurezza ed all'incolumità dei suoi passeggeri, la sua storia è piuttosto lunga, nasce nel 1962 e rimane in produzione fino al 1977, ben 15 anni senza subire profonde variazioni stilistiche o meccaniche, segno che è una vettura nata bene e destinata a durare.

Di difetti ne aveva molti, ma sapeva sempre come farseli perdonare, le sue doti di sportività, sicurezza e tenuta di strada, il caratteristico suono del motore di cui gli alfisti andavano fieri, chi acquistava una Giulia era disposto a chiudere un occhio sulle finiture non all'altezza.

La Giulia è stata protagonista di molte pellicole cinematografiche, infatti era la preferita dalla Polizia e dai Carabinieri, ma anche dai malviventi più pericolosi, famoso è il filone poliziottesco degli anni 60-70 in cui pericolosissimi criminali fuggivano e venivano inseguiti dalle forze dell'ordine a bordo di velocissime Giulia.

lunedì 24 novembre 2008

Fiat 125









Fiat 125 prima serie (1967-1969)



La Storia:


La Fiat 125 rappresenta la storia di un modello Fiat allestito in tutta fretta ma che ha riscosso un enorme successo. Verso gli inizi del 1966 i vertici Fiat decidono che bisognava sostituire la Fiat 1300/1500 divenuta ormai obsoleta e non più in grado di tenere testa alle nuove Alfa Romeo Giulia, occorreva realizzare in fretta una nuova macchina che potesse riempire il periodo di transizione tra la 1500 in difficoltà e la 132 ancora in "alto mare" impiegando pochi soldi.


Dante Giacosa, progettista di casa Fiat, viene incaricato alla realizzazione dell'opera. Lavorando sulla carrozzeria della Fiat 124, e sul motore della 124 Sport, realizza in meno di 15 mesi, la 125 che viene presentata al salone dell'auto di Torino nel novembre 1966, e lanciata sul mercato a metà del 1967, un'auto che ha riscosso notevole successo nel mercato delle vetture di media cilindrata, con prestazioni di tutto rispetto.


La Tecnica:


Viene utilizzato il pianale della 1500 C, allungata e modificata la carrozzeria della 124 Berlina, modificato il motore della 124 Sport portando la cilindrata a 1600 cc. La nuova 125 aveva così un pianale più datato di quello della 124 , con retrotreno ad assale rigido e balestre a foglia, mentre la 124 aveva il ponte rigido ma con sospensioni a molle elicoidali.


La linea è quella della 124 ma l'abitacolo è più ampio, infatti la carrozzeria ha subito modifiche per essere adattata al nuovo passo, esteticamente la 125 ha il frontale più alto e imponente, 4 fari quadri anziché 2 tondi, mascherina cromata, creste dei parafanghi rialzate, profili cromati sulle fiancate, maniglie incassate coda con un nuovo disegno. Le portiere e la parte centrale della carrozzeria erano le stesse della 124.


La Fiat 125 risulta 19 cm più lunga della 124, più comoda e spaziosa e con un motore molto più potente, 90 CV contro 60. L'interno è di classe, con sedili anteriori regolabili, divano posteriore con bracciolo, selleria in finta pelle e panno, plancia in finto legno con due grandi strumenti circolari Veglia Borletti, volante a due razze a semicalice.Impianto frenante a disco sulle 4 ruote, cambio a 4 marce.


Caratteristiche Tecniche:

  • Motore: 4 cilindri in linea, cilindrata 1608 cc, potenza max 90 CV DIN a 5600 giri/min, alesaggio x corsa = 80 x 80 mm, rapporto di compressione 8,8 : 1, coppia max 11,3 kgm DIN a 3500 giri/min
  • Alimentazione: 1 carburatore invertito Weber doppio corpo 34 DCHE oppure Solex c34 PAIA/3
  • Trasmissione: motore anteriore, trazione posteriore, cambio con 4 marce sincronizzate con comando a leva centrale, frizione monodisco a secco, rapporto al ponte 4,1 : 1 (10/41)
  • Freni idraulici a pedale a disco sulle 4 ruote con servofreno a depressione
  • Corpo vettura: berlina 4 porte 5 posti, carrozzeria portante in acciaio, sospensioni ant. indipendenti, post. a ponte rigido con balestre longitudinali monofoglia e ammortizzatori
  • Dimensioni: lunghezza 4,22 m, larghezza 1,61 m, altezza 1,39 m, peso a vuoto 1000 kg, passo 2,50 m, carreggiata anteriore 1,31 m, carreggiata posteriore 1,29 m
  • Prestazioni: velocità max 160 km/h
  • Consumo: medio 9,5 litri/100km
  • Pneumatici: 175 S 13
  • Serbatoio carburante: 45 litri

Prezzo di Listino: 1.300.000 lire nel 1967

Valutazione attuale: 2.500 euro (Ruoteclassiche)


Curiosità:


I primi prototipi di Fiat 125 iniziano a circolare verso la fine del 1966, ma il lancio ufficiale risale a maggio del 1967.

La nuova Fiat 125 nonostante la fretta con cui viene allestita e messa in commercio, ottiene un ottimo gradimento da parte di pubblico e critica, sia per la linea della carrozzeria, per la realizzazione degli interni che per le prestazioni di tutto rispetto, l'unica critica viene fatta per il cambio a 4 marce, che si preferiva fosse a 5 come nella A.R Giulia.

La Fiat 125 assieme alla 124 ha preso parte a numerosi Rally ottenendo ottimi piazzamenti grazie anche alla sua notevole robustezza

Hanno Parlato di lei:

Quattroruote Giugno 1967 (prova su strada)

Ruoteclassiche Aprile 2002

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sabato 22 novembre 2008

Alfa Romeo Giulia Diesel Nuova Super (1976-1977).

Alfa Romeo Giulia Nuova Super Diesel
 












La Storia:

Il progetto di un'automobile alimentata a gasolio venne favorito dalla crisi petrolifera, le nuove esigenze di mercato richiedevano vetture economiche e i vertici dell'Alfa Romeo decisero di realizzare una Giulia con un economico propulsore a gasolio.

Anche le altre case automobilistiche stavano studiando l'adozione di motori diesel, La Giulia Nuova Super Diesel venne presentata nel 1976, così l'Alfa Romeo riuscì a battere sul tempo la Fiat, riuscendo a vincere la corsa sul diesel nell'Italia degli anni 70.

La prima casa automobilistica italiana ad adottare un motore Diesel su una vettura di serie è stata la Fiat nel 1953 con la Fiat 1400 D

Solo qualche anno prima un motore diesel su una berlina sportiva Alfa Romeo poteva sembrare inconcepibile per la clientela, ma considerata la crisi petrolifera si decise di sfruttare le notevoli doti di economicità del diesel con risparmi anche del 50%, verso la metà degli anni 70 la richiesta di motori diesel era in costante aumento perchè il prezzo del gasolio era notevolmente inferiore a quello della benzina.

La Giulia Nuova Super Diesel era l'unica berlina italiana con motore diesel e cambio a 5 marce.

Sulla Giulia Diesel venne montato il 4 cilindri 1760cc Perkins 4108, lo stesso montato sui veicoli industriali leggeri F11 e F12, ma si rivelò lento, rumoroso, inadatto ad una berlina sportiva.
La Giulia Nuova Super Diesel fu un fiasco, venne prodotta in appena 6573 esemplari, e la produzione durò un anno.


La Tecnica:

La carrozzeria della Giulia Nuova Super Diesel è identica quella della versione a benzina, a parte la scritta "Diesel " sul cofano posteriore lato destro, stessa dicitura la ritroviamo sul tappo serbatoio carburante, anche il resto del corpo vettura rimane invariato, la vettura è sempre la stessa, un motore diesel installato su una vettura che ormai ha 15 anni e inizia ad essere esteticamente vecchia, probabilmente una delle cause dell'insuccesso della prima diesel Alfa Romeo.

L'installazione del motore diesel sulla Giulia Nuova Super non ha richiesto modifiche strutturali.

Lo schema meccanico della Giulia Diesel rimane invariato, motore anteriore trazione posteriore, sospensioni anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido, freni a disco sulle quattro ruote, con servofreno e correttore di frenata al retrotreno, il cambio è a 5 velocità tutte sincronizzate, comando a leva centrale.

Rispetto alla Giulia a benzina la Nuova Super Diesel è più pesante di 80 kg.

Internamente la Giulia Nuova Super Diesel non presenta differenze sostanziali rispetto ai modelli a benzina, rimane l'impostazione sportiva, cambia la taratura del contagiri con limite posto a 4000 giri/min, il preriscaldamento del motrore avviene girando la chiave di accensione, per spegnere il motore bisogna tirare una manopola posta nel sottoplancia ed estrarre la chiave dal blocchetto di accensione, c'è  anche l' acceleratore a mano vicino al blocchetto di accensione.

Per il resto rimane tutto invariato, l'abitabilità è sempre la stessa, 4 porte 5 posti, comoda per quattro persone, buone le finiture e la dotazione di accessori, efficiente la climatizzazione.

Il motore è il Diesel Perkins 4108 a tre supporti di banco,  completamente in ghisa, 4 cilindri in linea 1760 cc, 52 CV DIN a 4000 giri/min, alimentato a iniezione indiretta CAV Lucas.
Il Perkins 4108 è un motore molto diffuso in Europa,  impiegato su molti altri veicoli, apprezzato per la sua robustezza.

Per il montaggio del Perkins 4108 sulla Nuova Giulia Super Diesel vengono apportate modifiche alla coppa dell'olio, all'impianto di raffreddamento e alla flangia di attacco del cambio, viene impiegato molto materiale isolante tra il motore e l'abitacolo, nuovi supperti elastici per attenuare le vibrazioni del motore, viene installata una batteria più potente.

Il comportamento su strada della Giulia Nuova Super Diesel a parte le prestazioni scarse, è lo stesso della Giulia a Benzina, il volante risulta appesantito dal maggior peso che grava all'avantreno, il comfort già modesto nel modello a benzina risulta peggiorato dalla rumorosità del motore, le sospensioni si irrigidiscono sullo sconnesso e trasmettono all'abitacolo le asperità del suolo, buoni invece i freni a 4 dischi.

La tenuta di strada è ottima in tutte le condizioni.

La Giulia Nuova Super Diesel è stata un fiasco commerciale, i motivi sono da ricercare sicuramente nella linea e nella meccanica ormai datate della Giulia, una carrozzeria di 15 anni ormai vecchia rispetto alla concorrenza europea, anche il motore Perkins  4108 nonostante le sue doti di robustezza era un motore già vecchio, lento e rumoroso soprattutto ai bassi regimi, che poco si adattava ad una berlina sportiva come la Giulia.

Viste la scarsa brillantezza sia in velocità che in accelerazione, chi comprava la Giulia Nuova Super Diesel lo faceva solamente per i bassi consumi che erano il punto di forza di questa vettura, un consumo medio di 6,8 litri ogni 100 km. 


Caratteristiche Tecniche:

  • Motore: Diesel, cilindrata 1760 cc, alesaggio x corsa = 79,4 x 88,9 mm, potenza max 52 CV DIN a 4000 giri/min
  • Corpo vettura: berlina 4 porte 5 posti
  • Trasmissione: motore anteriore trazione posteriore, cambio a 5 rapporti tutti sincronizzati, con frizione monodisco a secco, rapporto al ponte 10/41
  • Sospensioni: anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido
  • Freni: idraulici a disco sulle 4 ruote con servofreno a depressione
  • Dimensioni: lunghezza 4.18 m, larghezza 1.56 m, peso a vuoto 1130 kg
  • Pneumatici: 165 SR 14
  • Prestazioni: velocità max 138 km/h
  • consumo: 6,8 litri/100 km
Prezzo di listino 5.865.000 lire
Valutazione Attuale: 3.000 euro (ruoteclassiche novembre 2013)



venerdì 21 novembre 2008

Ford Consul Classic 315 & Consul Capri(1961-1964)















La Storia:

La Ford Consul Classic 315 e la coupè Consul Capri, nascono nel 1961 con lo scopo di colmare il vuoto nella gamma della Ford inglese tra l'Anglia e la e la Zephir 4 MK3, secondo i dettami della nuova moda americana degli anni '60.

Vengono prodotte dalla Ford in Gran Bretagna tra il 1961 e il 1964, con un estetica molto simile a quella della Ford Anglia della quale riprendeva il caratteristico lunotto posteriore ad angolo inverso, particolare non presente sulla Consul Capri.



La Tecnica:


La linea della carrozzeria delle Ford Consul 315 & Consul Capri segue i dettami della moda americana degli anni '60, con pinne posteriori abbassate e gruppi ottici piccoli e circolari, ampio vano bagagli con ottima accessibilità,
la forma della carrozzeria è piuttosto elaborata con abbondanza di spigoli e nervature
L'abitacolo è ampio comodo e spazioso, con sedili larghi, la strumentazione è tipicamente anni 60, a sviluppo orizzontale, ma con strumenti incassati e poco visibili.

Dal punto di vista meccanico la Ford Consul Classic era simile alla Anglia, cambio con leva al volante, frizione a comando idraulico, impianto di frenata con dischi all'avantreno.
Il motore è potente ed elastico, 4 cilindri in linea da 1340 cc e 57 CV, mentre la Ford coupè Consul Capri ha il comando cambio a leva centrale e monta un motore da 1498 cc.



Caratteristiche Tecniche: (Ford Consul 315)



  • Motore: 4 cilindri in linea, cilindrata 1340 cc, potenza max 56,5 CV SAE a 5000 giri/min, alesaggio x corsa = 80,96 x 65,07 mm, rapporto di compressione 8,5 : 1, coppia max 10,65 mkg a 5000 giri/min
  • Alimentazione: 1 carburatore invertito monocorpo Zenith 34 VN
  • Trasmissione: motore anteriore, trazione posteriore, cambio con 4 marce, la prima non sincronizzata, comando al volante, frizione monodisco a secco a comando idraulico
  • Freni idraulici a pedale a disco all'avantreno e posteriori a tamburo
  • Corpo vettura: berlina 2 o 4 porte, 5 posti, carrozzeria portante in acciaio, sospensioni ant. indipendenti, post. a ponte rigido con balestre e ammortizzatori
  • Dimensioni: lunghezza 4,340 m, larghezza 1,660 m, altezza 1,430 m, peso a vuoto 882 kg, passo 2,520 m, carreggiata anteriore 1,260 m, carreggiata posteriore 1,260 m
  • Prestazioni: velocità max 135 km/h, accelerazione da 0 - 100 in 21,5 secondi
  • Consumo: medio 7,5 litri/100km
  • Pneumatici: 5.60 x 13 oppure 5.90 x 13
  • Serbatoio carburante: 41 litri
    • Valutazione attuale: 3.000 euro (Ruoteclassiche)



      Caratteristiche Tecniche: (Ford Consul Capri)



    • Motore: 4 cilindri in linea, cilindrata 1498 cc, potenza max 64 CV SAE a 4600 giri/min, alesaggio x corsa = 80,97 x 72,75 mm, rapporto di compressione 8,3 : 1, coppia max 12,8 mkg SAE a 4600 giri/min
    • Alimentazione: 1 carburatore invertito monocorpo Zenith 33 VN2
    • Trasmissione: motore anteriore, trazione posteriore, cambio con 4 marce, tutte sincronizzate, comando a leva centrale, frizione monodisco a secco a comando idraulico, rapporto al ponte 4,125: 1
    • Freni idraulici a pedale a disco all'avantreno e posteriori a tamburo
    • Corpo vettura: Coupè 2 porte , 2 posti + 2 , carrozzeria portante in acciaio, sospensioni ant. indipendenti, post. a ponte rigido con balestre e ammortizzatori
    • Dimensioni: lunghezza 4,340 m, larghezza 1,660 m, altezza 1,37 m, peso a vuoto 947 kg, passo 2,520 m, carreggiata anteriore 1,260 m, carreggiata posteriore 1,260 m
    • Prestazioni: velocità max 130 km/h
    • Consumo: medio 8,7 litri/100km
    • Pneumatici: 5.60 x 13
    • Serbatoio carburante: 41 litri
      • Valutazione attuale: 3.000 euro (Ruoteclassiche)

        Curiosità:

        Sia La Ford Consul 315 che la Consul Capri avevano un interuttore nel vano motore che consentiva di avviare il motore senza dover entrare nell'abitacolo.

        Alfa Romeo Giulia GTA (1966-1975)

        Storia & Tecnica

        La Giulia Sprint GT si rivelò subito un'auto adatta alle competizioni, ma siccome il peso della vettura di serie era eccessivo, venne realizzata una versione alleggerita (GTA sta per Gran Turismo Alleggerita), eliminando i dispositivi antirombo, e realizzando i lamierati della carrozzeria in Peraluman 25, una lega a base di zinco, alluminio e manganese, si ottenne così una riduzione del peso di oltre 200 kg.
        Tra il 1966 e il 1969 la Giulia GTA viene prodotta in 493 esemplari, disponibile solo in due colori, rosso e biancospino.

        Le modifiche apportate alla carrozzeria furono poche, al frontale cambiarono la mascherina e lo scudetto, vennero aggiunte due prese d'aria, lateralmente cambiarono le maniglie, e vennero aggiunti sui parafanghi anteriori gli adesivi triangolari con il quadrifoglio verde dell' Autodelta.
        All'interno, volante sportivo Hellbore in alluminio, e sedili alleggeriti, la vettura era stata spogliata di tutto quello che non era necessario per ridurre il peso.

        Il motore della Giulia GTA ha la testata a doppia accensione, coperchio punterie e coppa dell'olio in elektron, carburatori doppio corpo Weber 45 DCOE 14, potenza max 133 CV SAE a 6000 giri/min, pneumatici 165 x 14 e cerchi Campagnolo da 6 pollici.

        Questo modello gareggiò nelle categorie Turismo e ottenne un enorme successo sportivo, sia in Italia che all'estero.

        Nel 1967 per poter partecipare alle competizioni Turismo fino a 1300 venne realizzata la Giulia GTA 1300 Junior, con la stessa procedura di alleggerimento toccata alla 1600, inoltre vennero alzati i passaruota dei parafanghi per consentire il montaggio di ruote con cerchi Campagnolo da 7 pollici.
        Internamente la Giulia GTA 1300 Junior è simile alla 1600, i sedili sono privi di regolazioni e di poggiatesta.

        Per quanto riguarda il motore ha sempre la testata a doppia accensione, monta carburatori doppio corpo Weber DCOE 18, ha una potenza max di 110 CV SAE a 6000 giri/min.
        La Giulia GTA 1300 Junior venne prodotta in 492 esemplari tra il 1968 e il 1975, esteticamente presenta molti adesivi su tutta la carrozzeria.

        Anche essa si rivelò una vettura di gran successo nelle competizioni sportive e continuò a gareggiare fino alla fine degli anni '70.
        La Giulia GTA ebbe la sua massima evoluzione con la 1750 GTAm e con la 2000 GTAm, che arrivò a sviluppare 220 CV SAE 7200 giri/min.

        I successi sportivi della Giulia GTA in tutte le sue versioni furono notevoli, e si susseguirono per quasi 15 anni, in Italia e in vari paesi del mondo, vincendo competizioni contro vetture di cilindrata doppia e a volte anche tripla.
        Tutto questo successo si deve al reparto corse dell'Alfa Romeo, rappresentato dall'Autodelta, che curò l'evoluzione di queste memorabili vetture, altrettanto merito lo ebbero i piloti che nel corso degli anni si alternarono alla guida delle GTA.

        Valutazione Attuale:

        Giulia GTA 1600: 50.000 euro (di listino nel 1966: 2.995.000 lire)
        Giulia GTA 1300 Junior: 40.000 euro (di listino nel 1975: 3.690.400 lire)
        GTAm: 80.000 euro

        (quotazione Ruoteclassiche novembre 2008)

        giovedì 20 novembre 2008

        Alfa Romeo 1900 Cabriolet








        A.R 1900 Cabriolet



        La Storia:


        Realizzata da Pininfarina, la Cabriolet deriva dalla 1900 berlina del 1950.

        La 1900 berlina è stata la prima vettura della casa milanese a scocca portante prodotta in grande serie dopo la seconda guerra mondiale.
        Naturalmente essendo una vettura di grande successo, i vari carrozzieri la utilizzarono come base per la realizzazione di stupende fuoriserie.
        La 1900 Cabriolet viene costruita da Pininfarina in 88 esemplari in due serie.


        La Tecnica:


        La 1900 Cabriolet viene realizzata sul pianale a passo corto della berlina, ha una linea a forma affusolata, simile ad altri modelli marchiati Pininfarina, come la Lancia Aurelia B50, ma mantiene l'inconfondibile stile Alfa Romeo, soprattuto nel frontale, dove spicca imponente lo scudetto della casa milanese.


        L'interno è piacevole, cruscotto in lamiera verniciata in tinta con la carrozzeria, strumentazione a bordatura cromata completa e ben leggibile, costituita da due grandi quadranti (tachimetro e contagiri) e da due più piccoli (pressione dell'olio e livello benzina), al centro del cruscotto c'è la radio a onde medie.


        Il motore è un bialbero a 4 cilindri in linea da 100 CV che garantivano alla vettura elevate prestazioni, sospensioni anteriori indipendenti, posteriori ad assale rigido, leva del cambio al volante.

        I freni essendo a tamburo e senza servofreno non sono assai efficaci, ma la tenuta di strada è ottima, va ricordato che la 1900 berlina era la vettura di famiglia che vinceva le corse!


        Caratteristiche Tecniche:


        • Motore: cilindrata 1884 cc, alesaggio x corsa = 82,5 x 88 mm, rapporto di compressione 7,75:1, potenza max 100 CV a 5500 giri/min
        • Alimentazione: un carburatore invertito a doppio corpo
        • Trasmissione: motore anteriore trazione posteriore, cambio a 4 rapporti + RM con comando al volante, frizione monodisco a secco
        • Sospensioni: anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido
        • Freni: a tamburo sulle 4 ruote senza servofreno
        • Dimensioni: lunghezza 4.335 m, larghezza 1.625 m, peso a vuoto 1150 kg
        • Prestazioni: velocità max 155 km/h
        • consumo: 16 litri/100 km

        martedì 18 novembre 2008

        Benelli Moto a 6 Cilindri 750 cc










        Benelli 750, Moto a Sei Cilindri

        La Storia:

        La moto Benelli Sei rappresenta una novità nel panorama motociclistico degli anni '70, infatti è la prima motocicletta a 6 cilindri ad essere prodotta in serie. Nasce nel 1972 grazie a Alejandro de Tomaso, un'imprenditore italo-argentino che aveva da poco acquistato la Moto Guzzi e la Benelli, e si era messo in testa di battere la concorrenza delle moto giapponesi.

        La Tecnica:

        La Benelli Sei era davvero una bella moto per quei tempi, una Maxi Moto, raffinata e veloce, solo a guardarla si rimaneva stupiti dall'imponenza del suo motore a sei cilindri, che aveva un suono bellissimo, quasi inavvertibile al minimo, e in accelerazione sembrava più ad una turbina che ad un motore, regolare nel funzionamento e molto silenzioso.

        Malgrado le dimensioni del motore, la Benelli 6 appare compatta, al pari di una normale 4 cilindri giapponese di equivalente cilindrata, i comandi sono ben disposti e funzionali, la sella è piuttosto bassa e favorisce la distribuzione dei pesi, manubrio e serbatoio stanno più in alto. La strumentazione è completa, comprende: contachilometri, contagiri, e 5 spie luminose, inoltre sotto la sella c'è un piccolo vano con serratura a chiave per eventuali oggetti.

        La potenza del motore della Benelli Sei ha un erogazione regolare, sia ai bassi che agli alti regimi di funzionamento, questa caratteristica consente di viaggiare quasi sempre in quinta marcia e di cambiare assai raramente, anche se le doti migliori del motore escono dopo i 3500 giri/min. Tuttavia il cambio non era fatto molto bene, innesti lunghi e piuttosto duri, inoltre la catena necessita di frequenti regolazioni, anche la frizione è dura da azionare.

        Freni potenti, (anche troppo) consentono l'arresto della moto in brevi spazi, ma attenzione, tendono a far bloccare le ruote istantaneamente, la maneggevolezza è ottima, e così pure l'aderenza alla strada, senza ondeggiamenti o sbandamenti anomali.

        Note Dolenti:

        Purtroppo nel tempo le Benelli 6 presentarono molti difetti che scoraggiarono l'acquisto, pregiudicando il successo sperato, inoltre la Benelli Sei 750 costava più delle sue concorrenti giapponesi. Subentrarono trafilaggi di olio dai cilindri, i leveraggi del cambio costruiti in acciaio scadente si usuravano prematuramente fino al bloccaggio degli innesti, la catena di trasmissione tendeva ad allungarsi e richiedeva frequenti regolazioni.

        Anche l'impianto elettrico risultava inadeguato.

        Insomma la Benelli Sei 750 non ottenne il successo sperato, rimanendo quasi fuori dal mercato, fu destinata a non essere un esemplare prodotto in grandi numeri, ma a rimanere un oggetto da collezionismo.

        Caratteristiche tecniche:

        • Motore: in lega leggera a 4 tempi, 6 cilindri in linea, alesaggio x corsa 56 x 50,6 mm, rapporto di compressione 9,8:1 potenza 75 CV DIN a 9000 giri/min, distribuzione a 1 albero a camme in testa a catena
        • Alimentazione: 3 carburatori dell'orto VHB 24
        • Avviamento elettrico, accensione elettronica, batteria 12 V e alternatore
        • Trasmissione: cambio a 5 velocità con frizione a dischi multipli a bagno d'olio, trasmissione a catena, pignone 17 denti, corona 41 denti
        • Freni: anteriori a doppio disco, comando idraulico, posteriori a tamburo con comando meccanico
        • Telaio: tubolare a doppia culla, forcella idraulica anteriore, forcellone posteriore oscillante e ammortizzatori idraulici telescopici regolabili e molle elicoidali.
        • Serbatoio: capacità 22 litri
        • Dimensioni: lunghezza 2,10 m, larghezza 0,76 m, peso a vuoto 210 kg.
        • Consumo: 7,5 - 9,5 litri/100 km
        • Velocità: oltre 200 km/h

        Il motore della Benelli Sei è uno dei pochi, o forse addirittura l'unico 6 cilindri in linea della produzione mondiale montato su una moto.

        domenica 16 novembre 2008

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        Fiat 1300 Berlina (1961-1966)



        Fiat 1300 Berlina

        La Storia:

        Nell'aprile del 1961 la Fiat lancia la 1300, un'auto che segna l'ingresso della casa torinese nella classe 1,3 litri, la 1300 era una vettura robusta e veloce, dalla linea americaneggiante,(detta a saponetta) ispirata alla Chevrolet Corvair, il suo compito commerciale era colmare il vuoto esistente tra la 1100 e la 1800.

        La Fiat 1300 ebbe un successo immediato, basti pensare che ne vennero vendute oltre 35.000 nei primi sei mesi di vendita. Questa autovettura accontentava le esigenze di quegli automobilisti che volevano una macchina veloce e robusta e abbastanza lussuosa. La produzione della 1300 cessa nel 1966.

        La Tecnica:

        La Fiat 1300 è un'auto molto comoda e confortevole, con sedili soffici e ben imbottiti, comoda per 4 persone, il posto di guida è vecchio stile con volante alto, troppo vicino al pilota, il comando del cambio è al volante.

        Il motore è un 4 cilindri in linea a corsa lunga da 1295 cc, con caratteristiche sportive, ovvero testata polisferica e valvole inclinate di 45° tra di loro, uno studio accurato era stato dedicato ai collettori di scarico. Sterzo a vite e rullo, freni a disco all'avantreno e posteriori a tamburo, con servofreno a depressione.

        Criticabile nella tenuta di strada e nel consumo, ma la Fiat 1300 è stata sicuramente una vettura riuscita sia meccanicamente che stilisticamente.

        Caratteristiche Tecniche:


      • Motore: 4 cilindri in linea, cilindrata 1295 cc, potenza max 72 CV SAE a 5200 giri/min, alesaggio x corsa = 72 x 79,5 mm, rapporto di compressione 8,8 : 1, coppia max 10,5 mkg SAE a 3400 giri/min
      • Alimentazione: 1 carburatore invertito Weber doppio corpo 28-36 DCD oppure Solex PAIA/1
      • Trasmissione: motore anteriore, trazione posteriore, cambio con 4 marce sincronizzate con comando al volante, frizione monodisco a secco, rapporto al ponte 4,1 : 1 (10/41)
      • Freni idraulici a pedale a disco all'avantreno e posteriori a tamburo con servofreno a depressione
      • Corpo vettura: berlina 4 porte 4-5 posti, carrozzeria portante in acciaio, sospensioni ant. indipendenti, post. a ponte rigido con balestre e ammortizzatori
      • Dimensioni: lunghezza 4,03 m, larghezza 1,54 m, altezza 1,42 m, peso a vuoto 960 kg, passo 2,42 m, carreggiata anteriore 1,29 m, carreggiata posteriore 1,27 m
      • Prestazioni: velocità max quasi 140 km/h, accelerazione da 0 - 100 in 22,7 secondi
      • Consumo: medio 8,6 litri/100km
      • Pneumatici: 5.60/13
      • Serbatoio carburante: 45 litri, riserva 5 litri
        • Prezzo di Listino: 1.178.000 lire nel 1962

          Valutazione attuale: 3.000 euro (Ruoteclassiche)

          Curiosità:

          La Fiat 1300 Berlina era disponibile anche con motore da 1500 cc, poco tempo dopo al salone di Torino viene presentata la versione familiare, un'auto dalle stesse dimensioni della berlina ma dotata di abitacolo allungato e portellone posteriore.
          Nel 1962 la Polizia stradale richiede una fornitura di Fiat 1300.
          La Fiat 1300 esce di produzione nel 1966, mentre la 1500 nel 1967, e verrà sostituita dalla Fiat 125.

          La Giulia e La Sicurezza Stradale

          La Giulia era stata definita come una delle auto più sicure di tutta Europa, per la cura dedicata ai materiali con cui era stata costruita e gli accorgimenti introdotti ai fini della sicurezza.

          Negli anni '60 il parco vetture circolante inizia ad aumentare notevolmente, e di conseguenza anche gli incidenti stradali, l'Alfa Romeo è una delle prime case automobilistiche italiane a ragionare in termini di sicurezza stradale, infatti nella Giulia come in tutte le altre auto della casa milanese, il problema della sicurezza è stato particolarmente curato.

          La Giulia era stata dotata di tutti quegli accorgimenti mirati alla salvaguardia dei suoi passeggeri, per quanto riguarda la possibilità di evitare gli incidenti, quindi elevata tenuta di strada, frenatura, maneggevolezza, e ottima visibilità, pneumatici ad alto coefficiente di aderenza e resistenza in tutte le condizioni stradali.

          Inoltre la Giulia era stata dotata di

          • predisposizione per le cinture di sicurezza
          • cruscotto imbottito privo di oggetti sporgenti e costruito in materiale antiriflettente
          • piantone dello sterzo corto
          • parabrezza eiettabile in caso di urto frontale
          • maniglie per i passeggeri
          • schienali anteriori imbottiti che attutivano in caso di frenata brusca o incidente l'urto in avanti dei passeggeri del sedile posteriore

          La caratteristica più importante della Giulia era la scocca a deformabilità differenziata, ovvero abitacolo a struttura rigida che garantisce un elevata protezione dei passeggeri, mentre la parte anteriore e quella posteriore a struttura deformabile, che assorbiva la gran parte della forza d'urto. Grazie all'abitacolo a struttura rigida era ridotto il rischio di apertura o di blocco delle portiere a causa di un incidente stradale.

          venerdì 14 novembre 2008

          A.R. Giulia Sprint GT Veloce (1966-1968)



          La Storia:

          A quattro anni di distanza dal lancio della Giulia Sprint GT, la casa milanese presenta al salone di Ginevra del 1966 la Giulia Sprint GT Veloce, una vettura molto rassomigliante alla precedente, ma con lievi modifiche al motore ed a altri particolari di carrozzeria ed interni.

          La Tecnica:

          Per quanto riguarda il motore la potenza è stata aumentata di 3 cavalli passando a 109 CV DIN, che garantiscono un livello di prestazioni superiore e una velocità max che sfiora i 190 km/h, insomma era davvero veloce per essere una 1600 cc.

          Per quanto riguarda la carrozzeria, alla coda è stata aggiunta la scritta "veloce" tra il gruppo ottico destro e la targa, anteriormente diminuisce il numero dei listelli cromati sopra alla presa d'aria che diventano tre, lateralmente alla base del montante posteriore viene aggiunto uno stemma contenente un quadrifoglio.

          Internamente viene modificata la plancia, le alette parasole, i pannelli delle portiere che diventa simile a quello della GT 1300 Junior, inoltre il pianale viene rivestito di moquette, e i sedili anteriori sono più avvolgenti.
          Tutto il resto rimane invariato.

          Caratteristiche Tecniche:



          • Motore: cilindrata 1570 cc, alesaggio x corsa = 78 x 82 mm, rapporto di compressione 9:1, potenza max 109 CV DIN a 6000 giri/min
          • Alimentazione: due carburatori a doppio corpo Weber 40 DCOE 27
          • Trasmissione: motore anteriore trazione posteriore, cambio a 5 rapporti tutti sincronizzati, con frizione monodisco a secco, rapporto al ponte 9/41
          • Sospensioni: anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido
          • Freni: idraulici a disco sulle 4 ruote con servofreno a depressione
          • Dimensioni: lunghezza 4.08 m, larghezza 1.58 m, peso a vuoto 1020 kg
          • Prestazioni: velocità max quasi 190 km/h
          • consumo: 10,5 litri/100 km

          Prezzo di listino 2.195.000 lire

          Prezzo su Strada: 2.364.000 lire

          Valutazione attuale: 10.000 euro (ruoteclassiche novembre 2008)

          Hanno Parlato Di Lei:

          Quattroruote Febbraio 1967 prova su strada.

          La Giulia Sprint GT Veloce è un'altra granturismo di successo della casa milanese, di livello decisamente superiore delle altre auto di maggiore cilindrata, ottime le prestazioni ed anche la tenuta di strada, la GT Veloce, è una Sprint in tutti i sensi!

          giovedì 13 novembre 2008

          Fiat 1500 Lunga (1962-1968)










          La Fiat 1500 Lunga


          La Storia:


          Nel 1961 la Fiat presenta al pubblico due vetture innovative, la Fiat 1300 e la 1500, differenti per cilindrata ma identiche nella carrozzeria.
          Nel 1962, per venire incontro alle esigenze di molti clienti che richiedevano una vettura di dimensioni superiori alla media ma con cilindrata contenuta, viene presentata la Fiat 1500L
          (L significa lunga), una vettura realizzata sul telaio della Fiat 1800 utilizzando motore e meccanica della Fiat 1500.


          La Tecnica:

          Il risultato è una comoda 5 posti, all'occorrenza 6 dal bagagliaio ampio, la linea della carrozzeria spigolosa ma piacevole, grado di finitura buono.
          Il corpo vettura è quello della Fiat 1800, mentre il motore e la meccanica sono quelli della 1500, soluzione che ha permesso di dare all'utente una vettura comoda ma economica, la cilindrata è 1481 cc con potenza max di 80 CV SAE a 5200 giri/min, rispetto alla 1500 il rapporto al ponte viene portato da 10/41 a 9/40.

          La Fiat 1500 pesa 70 kg meno della 1800, raggiunge la velocità max di 150 km/h, con buone caratteristiche di accelerazione e ripresa, anche la tenuta di strada è buona anche alle alte velocità.


          Caratteristiche Tecniche:

        • Motore: 4 cilindri in linea, cilindrata 1481 cc, potenza max 80 CV SAE a 5200 giri/min, alesaggio x corsa = 77 x 79,5 mm, rapporto di compressione 8,8 : 1, coppia max 12 mkg SAE a 3200 giri/min
        • Alimentazione: 1 carburatore invertito Weber doppio corpo 28-36 DCD
        • Trasmissione: motore anteriore, trazione posteriore, cambio con 4 marce sincronizzate e frizione monodisco a secco, a richiesta frizione automatica Saxomat, rapporto al ponte 4,44 : 1 (9/40)
        • Corpo vettura: berlina 4 porte 5-6 posti, carrozzeria portante in acciaio, sospensioni ant. indipendenti, post. a ponte rigido con balestre e ammortizzatori
        • Dimensioni: lunghezza 4,48 m, larghezza 1,62 m, altezza 1,47 m, peso a vuoto 1200 kg, passo 2,65 m, carreggiata anteriore 1,34 m, carreggiata posteriore 1,31 m
        • Prestazioni: velocità max quasi 150 km/h, accelerazione da 0 - 100 in 19,7 secondi
        • Consumo: medio 10,1 litri/100km
        • Pneumatici: 5.60/13
        • Serbatoio carburante: 60 litri
          • Prezzo di Listino: 1.360.000 lire nel 1962

            Prezzo su Strada: 1.441.900

            Valutazione attuale: 3.500 euro (Ruoteclassiche)


            Hanno Parlato Di Lei:

            Quattroruote Luglio 1963: prova su strada.

            martedì 11 novembre 2008

            La Fiat 500 Che Faceva i 180 km/h

            Verso la metà degli anni '60 una notizia fece molto scalpore, ne parlarono i quotidiani e anche la rivista Quattroruote: in quel di Parma c'era una Fiat Nuova 500 che sfiorava i 180 km/h e i suoi conducenti si divertivano a superare vetture sportive e di grossa cilindrata.

            Bel mistero, la Fiat 500 raggiungeva al massimo i 95 km/h la Giannini 500 raggiungeva i 130 nella versione più spinta, idem per la Abarth 500,... e allora?
            Niente di strano, solo due meccanici di Parma che si erano divertiti a sostituire il motore originale della Fiat Nuova 500 con il propulsore della Panhard PL 17 Tigre.

            Altro che elaborazioni Giannini o Abarth, quì si era sostituito il motore della Nuova 500 da 22,5 CV con quello di un'auto che ne sviluppa 60, quasi tre volte in più, che spingeva la piccola Fiat ad una velocità doppia di quella originale.

            Risultato una piccola bomba che poteva sfidare in gare di velocità qualunque auto, visto l'elevata potenza rispetto un peso di appena 500 kg, ma era assolutamente illegale, e non fu un caso isolato, infatti la Polizia Stradale ricevette l'ordine di intensificare controlli sulle auto elaborate che circolavano sulle strade a velocità eccessive, in quanto vetture così artigianalmente modificate, non possedevano più i requisiti di sicurezza, frenature e stabilità, costituendo un pericolo per la circolazione.

            In questo caso scattava il ritiro del libretto di circolazione e relativa multa.
            Infatti un'auto costruita dalla casa con prestazioni limitate, non può garantire frenata e stabilità con un motore tre volte più potente, un veicolo simile per poter circolare dovrebbe essere valutato dall'Ispettorato della Motorizzazione Civile prima di poter circolare su strada.

            Meccanica D'Epoca: il Ponte De Dion


            Il Ponte De Dion Dell'Alfetta







            La Storia:

            Il ponte De Dion prende nome dal suo ideatore e costruttore francese, il Marchese Alberto De Dion, un personaggio che contribuì notevolmente allo sviluppo e alla diffusione dell automobile. Nel 1883 assieme al socio Bouton fonda la nota "De Dion - Bouton", fabbrica destinata prima alla costruzione di veicoli a vapore, poi di motori a scoppio, successivamente tricicli e le prime autovetture.

            Il brevetto del Ponte De Dion risale al 20 Marzo 1893, e la sua prima applicazione avviene sui veicoli a vapore che il Marchese costruì all'epoca.

            La Tecnica:

            Caratteristica fondamentale del ponte De Dion è che le ruote sono collegate da una barra trasversale detta anche assale, di solito sistemata posteriormente. Gli organi di trasmissione, differenziale, cambio e spesso anche la frizione sono in blocco, e vengono fissati al corpo vettura, mentre la potenza alle ruote viene trasmessa da semiassi oscillanti muniti di giunti alle estremità.

            La sospensione può essere a balestra, a mollone o a barra di torsione, fondamentali sono gli schemi di ancoraggio del retrotreno alla vettura, nell'Alfetta ad esempio viene utilizzato lo schema a parallelogramma di Watt.

            Il retrotreno a ponte De Dion è una soluzione raffinata , ma allo stesso tempo complessa e costosa, infatti viene utilizzato in gran parte su vetture di elevate prestazioni o di classe superiore.

            Le sospensioni di un autoveicolo devono svolgere un compito assai difficile, assicurare il comfort di marcia e assorbire le irregolarità stradali, inoltre assicurare aderenza dell'auto alla strada. Il sistema a ponte De Dion costituisce un compromesso tra i vantaggi del sistema a ruote indipendenti e quello a ponte rigido, garantisce una diminuzione delle masse non sospese (freni, ruote sospensione e organi di trasmissione), caratteristica tipica della sospensione a ruote indipendenti, e allo stesso tempo mantiene la direzionalità alle ruote e la loro resistenza al rollio (coricamento trasversale), caratteristica tipica della sospensione a ponte rigido.

            Applicazioni:

            Il Marchese De Dion dopo averlo brevettato fu il primo ad applicarlo sulle sue auto. Nel 1893 lo applicò ai suoi veicoli a vapore e poi ad altre sue auto come la De Dion 3,5 CV del 1899 oppure la De Dion 4 Cilindri Del 1911. In seguito venne applicato su alcune vetture americane degli anni '20, e poi in Europa negli anni '30 su vetture da competizione.

            Dal dopoguerra e fino a tempi recenti c'è stata la vera diffusione del ponte De Dion, viene utilizzato per vetture di prestazioni elevate come L'Alfa Romeo 159, l'Alfetta, la Giulietta, la 75 e la 90, e altre vetture di classe elevata come la Rover 2000 del 1963, la Lancia Aurelia del 1953, le Opel Admiral e Diplomat del 1969, ma anche la Ferrari 4500 F1 del 1950, le Aston Martin e le Monteverdi e molte altre.

            Alfa Romeo Alfetta 1800 (1972)







            A.R Alfetta 1800 (1972)



            La Storia:

            La casa milanese presenta nel 1972 l'Alfetta 1800, una delle sue vetture di maggior successo, tanto da essere considerata uno dei simboli dell’automobilismo italiano degli anni Settanta.
            L'Alfetta 1800 nasce per sostituire la 1750 berlina , e si pone in un segmento intermedio tra la "2000"berlina e la "Giulia 1600 ", è stata per anni una delle vetture più vendute in Italia, e molto conosciuta anche all'estero per le sue caratteristiche di berlina sportiva, e le sue eccellenti prestazioni.


            Il nome ricorda la celebre Alfetta 159, vettura monoposto famosa negli anni '40 per i suoi successi nelle competizioni sportive.


            La Tecnica:

            L'Alfetta 1800 è una vettura innovativa rispetto alle precedenti Giulia e 1750, sia per quanto riguarda l'impostazione meccanica che per la cura nei particolari e nel comfort di marcia che risulta notevolmente migliorato.


            La vera novità introdotta con l'Alfetta 1800 è il sistema di trasmissione a ponte De Dion
            che fa spostare al retrotreno gli organi di trasmissione. Si sceglie di utilizzare questo raffinato sistema che racchiude in se i vantaggi dei due fondamentali schemi di trasmissione in uso sulle auto (ponte rigido e a ruote indipendenti).


            Rispetto alla 1750, l'Alfetta ha ottenuto una riduzione delle masse non sospese al retrotreno del 30%, inoltre il ponte De Dion mantiene le caratteristiche di direzionalità e resistenza al rollio tipiche del ponte rigido.
            Lo schema Alfetta - De Dion presenta il cambio a 5 marce in blocco con il differenziale, semiassi oscillanti e dischi freno all'uscita del differenziale, parallelogramma di Watt.

            Questo sistema garantisce alla vettura una perfetta distribuzione dei pesi, 50% all'avantreno e 50% al retrotreno, che unite alle caratteristiche dello sterzo, danno un'ottima tenuta di strada in tutte le condizioni, portando l'Alfetta ai vertici della sua categoria.
            La sensazione di sicurezza dell'Alfetta è difficilmente riscontrabile in alte vetture della stessa potenza.

            Il motore è un quattro cilindri bialbero da 140 CV SAE ottimo sotto tutti gli aspetti, la coppia motrice è elevata e disponibile anche dai bassi regimi, inoltre sopporta molto bene il fuori giri, la velocità è più che buona, quasi 185 km/h, grazie alla migliorata profilatura della carrozzeria e ai rapporti del cambio allungati.


            Buone anche accelerazione, ripresa e frenata, in linea con le caratteristiche già riscontrate sulla 1750.


            Il comfort di marcia non è mai stato una dote delle precedenti Alfa Romeo, ma con l' Alfetta è stato particolarmente curato, la vettura è finalmente comoda e silenziosa, grazie alle maggiori dimensioni dell'abitacolo, alla buona insonorizzazione, e alle nuove sospensioni.

            Caratteristiche Tecniche:


            • motore: bialbero 1779 cc, alesaggio x corsa = 80 x 88,5 mm
            • potenza max: 140 CV SAE a 5500 giri/min
            • coppia max 19,0 mkg SAE a 3000 giri/min
            • trasmissione: cambio a 5 rapporti tutti sincronizzati in blocco con il differenziale,frizione monodisco a secco, trazione posteriore, retrotreno a ponte de Dion con parallelogramma di Watt
            • freni: idraulici a disco sulle 4 ruote con servofreno, dischi posteriori all'uscita del differenziale
            • carrozzeria: berlina 4 porte 5 posti, scocca autoportante in acciaio
            • dimensioni: lunghezza 4,28 m, larghezza 1,62 m, altezza 1,43 m, peso 1060 kg
            • prestazioni: velocità max oltre 180 km/h
            • consumo: 11,5 litri/100 km
            • pneumatici: 165 SR 14
            • serbatoio: 49 litri
            • accessori a richiesta: Interno texalfa, appoggiatesta regolabili, lunotto termico, vernice metallizzata

            Prezzo di listino nel 1972: 2.245.000 lire

            Valutazione attuale: 4000 euro (ruoteclassiche Novembre 2008)

            Hanno Parlato Di Lei:

            Quattroruote Giugno-Luglio 1972 (prova su strada)

            Quattroruote Maggio 1975 (prova dei 100.000 Km)

            Quattroruote ha sempre dedicato attenzione alla resistenza e alla durata nel tempo delle automobili, in questo caso ha provato un'Alfetta 1800 per 100.000 km, poi l'ha sottoposta ad un test di tutte le sue prestazioni, dello stato della carrozzeria, poi l'ha smontata pezzo per pezzo per verificarne il grado di usura di tutti gli organi meccanici.

            I risultati ottenuti erano più che buoni, l'Alfetta dopo 100.000 km aveva ancora le stesse prestazioni di quando era nuova, in certi casi erano addirittura migliorate, inoltre carrozzeria, e tutti gli organi meccanici erano ancora in ordine, in grado di percorrere ancora molta strada.

            Curiosità:

            L'Alfetta 1800 è stata una vettura molto famosa negli anni '70 in dotazione a Polizia Stradale, Carabinieri e Guardia di Finanza come vettura da inseguimento, sostituiva le ormai datate Giulia 1600, molto presente nella produzione cinematografica dell'epoca, soprattutto nel filone poliziottesco in cui pericolosi banditi venivano inseguiti dalle forze dell'ordine a bordo di velocissime Alfetta.

            lunedì 10 novembre 2008

            Alfa Romeo 2000 GT Veloce










            Alfa Romeo  2000 GT Veloce (1971 - 1976)



            La Storia:

            Presentata nel giugno del 1971, la 2000 GT Veloce prende il posto della 1750 GT Veloce, ed è stata la massima evoluzione della Giulia Sprint GT, ma anche l'ultima. La 2000 GT Veloce è un' auto dalle prestazioni notevoli e dalla qualità elevata, tanto da essere posta al vertice della produzione della casa milanese, ma anche un' auto imbattibile da tutte le sue dirette concorrenti.
            Prodotta tra il 1971 e il 1976 in quasi 38.000 esemplari di cui 6.337 venduti negli Stati Uniti, e 5.451 allestiti con guida a destra, ha rappresentato il massimo per quanto riguarda le prestazioni di tutte le gran turismo della casa milanese.

            La Tecnica:

            La 2000 GT Veloce deriva tecnicamente e stilisticamente dalla 1750 GT Veloce, ma con opportune modifiche, la calandra presenta un nuovo disegno, formata da 8 listelli orizzontali cromati, le ruote sono prive di coprimozzo con i bulloni cromati a vista, oppure con cerchi in lega leggera ottenibili a richiesta.
            Nella parte posteriore troviamo i gruppi ottici di maggiori dimensioni, e la scritta "2000" sul coperchio bagagliaio.
            Internamente la plancia è di nuova concezione, modificata rispetto alla 1750, la strumentazione è completa ma manca il termometro dell'olio rispetto alle versioni scalino.
            Modificata anche la console centrale che comprendeva i comandi degli alzacristalli elettrici, le bocchette e i comandi dell'impianto di condizionamento dell'aria (accessori a richiesta).
            Nuovi anche i sedili per disegno e caratteristiche.
            Il motore è un bialbero da 1962 cc e 132 CV DIN di potenza max a 5500 giri/min, che spinge la vettura oltre a 195 km/h, c'è il differenziale autobloccante di serie per tenere a bada la notevole potenza scaricata a terra ed evitare un eccessivo pattinamento delle ruote.

            Caratteristiche Tecniche:


            • Motore: cilindrata 1962 cc, alesaggio x corsa = 84 x 88,5 mm, rapporto di compressione 9:1, potenza max 132 CV DIN a 5500 giri/min
            • Alimentazione: due carburatori a doppio corpo Weber C40 DDH/5 oppure Dell'Orto DHLA 40
            • Trasmissione: motore anteriore trazione posteriore, cambio a leva centrale, 5 rapporti + RM tutti sincronizzati, frizione monodisco a secco a comando idraulico, rapporto al ponte 10/41
            • Sospensioni: anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido
            • Freni: idraulici a disco sulle 4 ruote con servofreno
            • Dimensioni: lunghezza 4.10 m, larghezza 1.58 m, peso 1040 kg
            • Prestazioni: velocità max oltre 195 km/h
            • consumo: 11,9 litri/100 km
            Accessori di serie: freni a disco, servo freno, doppio circuito frenante, cambio a 5 velocità, differenziale autobloccante.
            Accessori a richiesta: vetri elettrici, aria condizionata, vernice metallizzata, ruote in lega leggera, interni in pelle.
            Prezzo di listino nel 1971: 2.675.000 lire
            Valutazione attuale: 17.000 euro Ruoteclassiche Settembre 2014)

            Alfa Romeo Alfetta 2000 L (1978)

            Appena un anno dopo la presentazione della nuova Alfetta 2.0 vengono introdotte modifiche e lanciato un nuovo modello che viene chiamato Alfetta 2000 L.
            Esteticamente è identica alla precedente, cambia solo la forma dello specchietto retrovisore, e lo spessore del profilo sottoporta che appare più grosso.

            Le modifiche più interessanti riguardano il motore, viene modificata l'alzata delle valvole e introdotto un nuovo correttore di anticipo pneumatico, pertanto la potenza del 4 cilindri bialbero da 1962 cc sale a 130 CV DIN a 5400 giri/min, rispetto ai 122 della precedente, e la coppia passa da 17,9 a 18,1 mkg DIN a 4000 giri/min, la velocità max di oltre 185 km/h rimane invariata.

            Migliorano i consumi, infatti a 100 km/h si passa dai 8,7 litri/100 km dell'alfetta 2000 ai
            7,6 litri/100km della 2000 L, ed è più brillante l'accelerazione.

            Altri miglioramenti riguardano gli interni, la plancia mantiene lo stesso disegno, ma adotta rivestimenti tipo radica, è stato migliorato il comfort riducendo la rumorosità, migliorata la climatizzazione, per i rivestimenti dei sedili e i pannelli delle portiere è stata migliorata la qualità dei materiali.

            Particolare cura è stata dedicata al trattamento antiruggine della carrozzeria, e alla qualità della verniciatura alla quale viene data la garanzia di 2 anni.

            Verrà prodotta dal 1978 al 1981.

            Caratteristiche Tecniche:


            • motore: bialbero 1962 cc, alesaggio x corsa = 84x88,5 mm
            • potenza max: 130 CV DIN a 5400 giri/min
            • coppia max 18,1 mkg DIN a 4000 giri/min
            • trasmissione: cambio a 5 rapporti tutti sincronizzati in blocco con il differenziale,frizione monodisco a secco, trazione posteriore, retrotreno a ponte de Dion con parallelogramma di Watt
            • freni: idraulici a disco sulle 4 ruote con servofreno, dischi posteriori all'uscita del differenziale
            • carrozzeria: berlina 4 porte 5 posti, scocca autoportante in acciaio
            • dimensioni: lunghezza 4,39 m, larghezza, 1,64 m, peso 1090 kg
            • prestazioni: velocità max oltre 185 km/h
            • consumo: a 80 km/h 6,8 litri/100 km, a 100 km/h 7,9 litri x 100 km, a 120 km/h 9,5 litri/100 km, a 140 km/h 11,8 litri/100km
            • pneumatici: 165 HR 14, a richiesta 185/70 HR 14
            • serbatoio: 49 litri
            • accessori a richiesta: vernice metallizzata, cerchi in lega, condizionatore d'aria

            Valutazione attuale: 1500 euro (ruoteclassiche ottobre 2008)

            Hanno Parlato Di Lei:

            Quattroruote Luglio 1978

            Quattroruote Maggio 1980 (prova su strada)

            sabato 8 novembre 2008

            Fiat 1100 D Berlina (1962 - 1966)











            Fiat 1100 D


            La Storia:

            Il modello Fiat 1100 nasce nel 1936 per durare fino al 1969, durante tutto questo periodo subirà numerosi aggiornamenti sia alla meccanica che alla carrozzeria.
            Il 1962 è l' anno di presentazione della 1100 D che viene ritenuta una delle più affidabili autovetture italiane del periodo, tanto da essere utilizzata da diversi corpi dello stato come vettura per servizi istituzionali durante tutto il periodo degli anni '60.

            La Fiat 1100 D sostituisce il modello 1100 - 103, rimane in produzione fino al 1966 e verrà sostituita dalla 1100 R berlina.


            La Tecnica:

            Questa vettura eredita il motore della 1200 Granluce, un quattro cilindri in linea da 1221 cc
            e 50 CV CUNA di potenza a 5300 giri/min, un motore non moderno ma collaudato e affidabile.
            Motore anteriore trazione posteriore, cambio a 4 velocità e freni a tamburo sulle 4 ruote e velocità max di 130 km/h sono le principali caratteristiche della 1100 D.

            Dal punto di vista estetico la linea della carrozzeria ricalca i modelli precedenti, grado di finitura accettabile proporzionato al prezzo, sia all'interno che all'esterno, lo spazio abitabile è piuttosto limitato e non molto indicato per persone di statura elevata.


            Caratteristiche Tecniche:

            • Motore: 4 cilindri in linea ad aste e bilancieri 1221 cc, potenza max 55 CV SAE a 5000 giri/min, alesaggio x corsa = 72 x 75 mm, rapporto di compressione 8 : 1 , coppia max 8,6 mkg SAE a 2500 giri/min

            • alimentazione: un carburatore invertito Weber IMPE 4 oppure Solex C32 PBIC

            • Trasmissione: motore anteriore, trazione posteriore, cambio a 4 marce con frizione monodisco a secco o a richiesta frizione automatica Saxomat, rapporto al ponte 4,3 : 1

            • Corpo vettura: berlina 4 posti 4 porte, carrozzeria portante, avantreno a ruote indipendenti, retrotreno a ponte rigido con balestre e ammortizzatori idraulici

            • Freni idraulici a tamburo sulle 4 ruote, azionamento a pedale

            • Dimensioni: lunghezza 3,94 m, larghezza 1,46 m, altezza 1,47 m, peso a vuoto 895 kg

            • Pneumatici: 5.20 - 14

            • Serbatoio carburante 38 litri, riserva 4,5 - 7 litri

            • Prestazioni: velocità max 130 km/h

            • Consumo: medio 7,7 litri/100 km

            Prezzo di listino nel 1962: 960.000 lire

            Valutazione Attuale: 3500 euro (Ruoteclassiche Novembre 2008)

            Curiosità:

            Vista la sua affidabilità, la Fiat 1100 D viene utilizzata dai vari organi di stato come vettura per i servizi istituzionali.



            venerdì 7 novembre 2008

            Moto Guzzi Falcone


            Moto Guzzi Falcone
            La Storia:
            Famosissima moto d'epoca, il Guzzi Falcone viene presentato al Salone di Ginevra nel 1950 e raccoglie subito un caloroso consenso da parte del pubblico tanto da diventare un simbolo di quell'epoca; era una moto adatta per fare lunghi viaggi, comoda veloce e affidabile, era difficile rimanere in panne con il Guzzi Falcone.
            La sua fama aumenta quando viene adottato da Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Corazzieri, naturalmente ottiene successi anche in campo agonistico diventando la moto sportiva per eccellenza, le sue doti di affidabilità e resistenza alla fatica hanno consolidato il suo successo per decenni, oggi ha un posto privilegiato tra le moto storiche.
            La Tecnica:
            Il telaio del Guzzi Falcone è realizzato con una doppia culla divisa in due parti, una parte in tubi d'acciaio, e una parte in lamiera stampata, la forcella anteriore telescopica, dispone di ammortizzatori idraulici, mentre la sospensione posteriore è realizzata da un forcellone oscillante tubolare con 4 molle aspirale e ammortizzatori a frizione, ruote a raggi e freni a tamburo.
            Il motore del Guzzi Falcone è un 4 tempi da 498,4 cc monocilindrico, distribuzione ad aste e bilancieri e valvole in testa, testata e cilindri in lega leggera.
            Accensione a magnete e carburatore Dell'Orto SS 29 A, potenza max 23 CV a 4500 giri/min, e raggiunge una velocità max di 135 km/h.
            Cambio in blocco con il motore a 4 rapporti e frizione a bagno d'olio.
            Durante la sua lunga produzione, dal 1952 al 1967, il Guzzi Falcone non subisce sostanziali modifiche, viene addottato da molti dello stato, come Esercito e Polizia Stradale, dal colore verde mlitare, i Corazzieri, colore blu ministeriale, Vigili del Fuoco, colore rosso.
            Curiosità:
            Questa motocicletta era un'infaticabile divoratrice di chilomentri, solida, veloce, affidabile e facile da guidare, è stata venduta un pò in tutta Europa, ed è molto ricercata dai collezionisti.

            Alfa Romeo 1750 GT Veloce










            La 1750 GT Veloce

            La Storia:

            Dopo i successi ottenuti con la Giulia Sprint GT 1600, e successivamente con la Giulia GT Junior, lla casa milanese decide di sviluppare verso l'alto la gamma delle sue granturismo, e nel 1968 realizza la 1750 GT Veloce, che adotta il corpo vettura della Giulia GT opportunamente modificato e il motore della 1750 berlina.
            La 1750 GT Veloce viene prodotta in due serie dal 1968 al 1972.

            La Tecnica:

            La carrozzeria è quella della Giulia GT modificata, sul frontale sono stati inseriti i doppi fari di diverso diametro in luogo del singoli, la griglia è nero opaco e ha un solo profilo cromato, modificata la posizione degli indicatori di direzione e delle luci di posizione, sparisce lo sbalzo anteriore in corrispondenza del cofano, meglio conosciuto come " scalino".

            La coda non presenta sostanziali modifiche, mentre l'interno vettura è stato completamente ridisegnato, con nuovi sedili avvolgenti, plancia nuova con due grandi strumenti circolari, e la solita strumentazione di controllo del motore, eccetto il termometro dell'olio.

            La vera novità sta nell'adozione del motore della 1750 berlina, un 4 cilindri bialbero che sviluppa una potenza di 118 CV DIN a 5500 giri/min, consentendo alla vettura notevoli prestazioni tali da portarla ai vertici della sua categoria.

            Con la seconda serie, vengono introdotte diverse modifiche, paraurti nuovi, pedaliera infulcrata in alto, sedili di nuovo disegno, lunotto termico di serie, e impianto frenante a doppio circuito.

            Caratteristiche Tecniche:

            • Motore: cilindrata 1779 cc, alesaggio x corsa = 80 x 88,5 mm, rapporto di compressione 9:1, potenza max 118 CV DIN a 5500 giri/min
            • Alimentazione: due carburatori a doppio corpo Weber 32 DCOE
            • Trasmissione: motore anteriore trazione posteriore, cambio a leva centrale, 5 rapporti + RM tutti sincronizzati, frizione monodisco a secco a comando idraulico, rapporto al ponte 9/41
            • Sospensioni: anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido
            • Freni: idraulici a disco sulle 4 ruote con servofreno
            • Dimensioni: lunghezza 4.08 m, larghezza 1.58 m, peso a vuoto 1040 kg
            • Prestazioni: velocità max 190 km/h
            • consumo: 11,4 litri/100 km

            Valutazione Attuale:

            Prima serie (1968 - 1970) 10.000 Euro

            Seconda serie (1970 - 1972) 9.000 euro

            (Ruoteclassiche novembre 2008)

            giovedì 6 novembre 2008

            Esperimenti D'Epoca: L' Alfetta Modulare

            Il sistema modulare dava la possibilità al motore di escludere in automatico due dei quattro cilindri in particolari condizioni di funzionamento, con lo scopo di risparmiare carburante.
            Insomma una vettura modulare può funzionare a due cilindri in opportune condizioni.

            Verso l'inizio degli anni '80, l'Alfa Romeo sviluppa sulle sue autovetture, una serie di esperimenti mirati al risparmio energetico, grazie alle possibilità che l'elettronica offre nella gestione dei motori. In quel periodo infatti, le case automobilistiche iniziano ad equipaggiare le loro auto con impianti di iniezione elettronica in luogo dei tradizionali carburatori.

            L'esperimento è stato effettuato sulle Alfetta, in particolare sono state allestite dieci Alfetta 2000, dotate di " modulo di controllo elettronico del motore" CEM, e iniezione elettronica, per effettuare l'esperimento, vengono affidate ai taxisti milanesi, che, utilizzandole per il loro lavoro, percorrono migliaia di chilometri nel traffico di Milano per circa sei mesi.

            Queste Alfetta potevano marciare sia con funzionamento normale che modulare, cioè avendo la possibilità di escludere due dei quattro cilindri nel momento in cui al motore viene richiesta poca potenza, il risultato è stato sorprendente: le Alfetta che avevano funzionato in regime modulare risparmiavano il 12% del carburante marciando nel traffico cittadino.

            Dal punto di vista tecnico l'applicazione alle auto del sistema modulare è semplicissimo, e non richiede modifiche meccaniche, si tratta solo di aggiungere al motore una particolare centralina elettronica che, in determinate condizioni di funzionamento, esclude l'alimentazione di benzina a due dei quattro cilindri, e la ripristina appena viene richiesta potenza.

            Dal punto di vista del funzionamento non cambia nulla per chi guida una vettura modulare, si avverte solamente un leggero strappo quando si accelera, e il funzionamento passa dai due ai quattro cilindri, inoltre non sono state riscontrate anomalie di funzionamento o usure anomale degli organi del motore.

            L' esperimento "Alfetta modulare" risale al 1981, ma nonostante i risultati ottenuti non ha avuto seguito nella produzione di serie.

            mercoledì 5 novembre 2008

            Fiat 2300 S Coupè










            La Fiat 2300 S Coupè


            La Storia:

            In Italia, all'inizio degli anni 60, chi poteva permettersi una vettura di grossa cilindrata sceglieva le Alfa Romeo o le Lancia. Con la 2300 S Coupè la Fiat tenta di inserirsi in quel segmento e accontentare anche gli acquirenti più facoltosi.
            La Fiat 2300 S Coupè viene presentata al salone di Torino nel 1960, e messa in vendita a partire dal 1961, verrà prodotta in due serie fino al 1969.

            La 2300 S coupè può essere considerata una vera Supercar italiana degli anni '60, potente e raffinata, non aveva nulla da temere dalle dirette concorrenti come l'Alfa Romeo 2600 Sprint, e oltretutto costava anche meno.
            Disegnata da Sergio Sartorelli, la Fiat 2300 S Coupè viene poi costruita dalla OSI, azienda di proprietà della carrozzeria Ghia, sul telaio della Fiat 2300 Berlina, dalla quale deriva.


            La Tecnica:


            La Fiat 2300 S Coupè deriva dalla berlina dalla quale eredita la meccanica e il pianale, la carrozzeria viene realizzata dalla Ghia.

            Il motore è un 6 cilindri in linea di costruzione Fiat, derivato da quello delle 1300 - 1500 ma con 2 cilindri in più, che offre alla vettura un tocco di silenziosità e assenza di vibrazioni, l' ideale per viaggiare velocemente e in totale relax.


            Caratteristiche Tecniche:



            • Motore: 6 cilindri in linea, cilindrata 2279 cc, potenza max 136 CV CUNA a 5600 giri/min, alesaggio x corsa = 78 x 79,5 mm, rapporto di compressione 9,5 : 1, coppia max 18,2 kgm CUNA a 5600 giri/min
            • Alimentazione: 2 carburatori Weber, orizzontali, doppio corpo 38 DCO E 13 e 14
            • Trasmissione: motore anteriore, trazione posteriore, cambio a leva centrale con 4 marce sincronizzate e frizione monodisco a secco, rapporto al ponte 3,63 : 1
            • Corpo vettura: coupè 2 porte 4 posti, carrozzeria portante in acciaio, sospensioni ant. indipendenti, post. a ponte rigido con balestre e ammortizzatori
            • Dimensioni: lunghezza 4,62 m, larghezza 1,635 m, altezza 1,38 m, peso a vuoto 1310 kg, passo 2,65 m, carreggiata anteriore 1,35 m, carreggiata posteriore 1,312 m
            • Prestazioni: velocità max 190 km/h, accelerazione da 0 - 100 in 12,5 secondi
            • Consumo: medio 16,7 litri/100km
            • Pneumatici: 165/15
            • Serbatoio carburante: 70 litri

            Prezzo di Listino: 2.195.000 lire nel 1966

            Prezzo Su Strada: 3.135.000 lire nel 1966

            Valutazione attuale: 14.000 euro (Ruoteclassiche)



            Hanno Parlato Di Lei:


            Quattroruote Ottobre 1962 Prova su strada.



            Curiosità:


            A causa del prezzo piuttosto elevato, la Fiat 2300 s coupè era rivolta ad una clientela di alto livello, infatti era la preferita di manager, direttori d’azienda, personaggi famosi, gente che aveva redditi elevati. La Fiat 2300 S Coupè aveva oltretutto costi di utilizzo molto elevati



            Reperibilità:


            Sono pochi gli esemplari sopravvissuti di Fiat 2300 S Coupè, molti di essi li troviamo all'estero in Germania, in Giappone, e nel nord America.

            Alfa Romeo Giulia GTC (Cabrio)

            Alfa Romeo Giulia Gt Cabrio















            L' Alfa Romeo Giulia GTC

            La Giulia GTC è una cabriolet Alfa Romeo che pochi ricordano, la versione decappottabile della Giulia GT non è rimasta nell'immaginario collettivo degli italiani che hanno preferito la Giulietta Spider e le successive Duetto.


            La Storia:

            Il prototipo di Bertone arriva nel 1964, la Giulia GTC viene presentata al salone di Ginevra del 1965 e rimane in produzione fino al 1966 dopo appena 1008 esemplari prodotti, gli alfisti non accolgono caldamente la GTC, preferendo la Giulia Spider, e successivamente la Duetto.
            Prodotta dalla carrozzeria Touring, non fu un modello di successo, nonostante l'eleganza delle linee, soprattutto a capote abbassata, e le elevate prestazioni, praticamente le stesse della Sprint GT. 

            La Tecnica:

            L'Alfa Romeo Giulia GTC è un'auto che mantiene la linea, le dimensioni e le caratteristiche della Giulia Sprint GT da cui deriva, la meccanica è la stessa, motore bialbero da 1570 cc e 106 CV DIN a 6000 giri/min, la realizzazione della carrozzeria viene affidata alla Touring di Milano, che ne cura anche l'assemblaggio.

            Il telaio è stato irrigidito in più parti per compensare la mancanza del padiglione, vengono inoltre rinforzati i longheroni laterali e il pavimento e i passaruota.
            Nonostante queste operazioni di rinforzo, la scocca tende comunque a flettere senza però compromettere la stabilità della vettura. Internamente la plancia è identica a quella della coupè, mentre i pannelli delle porte differiscono nel disegno, i sedili sono rivestiti in finta pelle elastica, e il divanetto posteriore è più stretto di quello della coupè.

            La capote di colore nero una volta ripiegata viene alloggiata dietro i sedili posteriori, i vetri posteriori sono completamente discendenti.
            Il frontale della Giulia GTC è identico a quello della coupè.

            Le prestazioni della GTC sono di tutto rispetto, raggiunge la velocità max di 180 km/h, la tenuta di strada è buona anche con fondo sconnesso, la guidabilità è piacevole, anche ad andatura sostenuta, a capote abbassata non si avvertono fastidiosi vortici d'aria, e l'efficacia dell'impianto di riscaldamento consente di viaggiare a tetto scoperto anche se fuori fa freddo.

            Nota dolente è la scarsa tenuta d'acqua della capote.

            Caratteristiche Tecniche:
            • Motore: cilindrata 1570 cc, alesaggio x corsa = 78 x 82 mm, rapporto di compressione 9:1, potenza max 106 CV DIN a 6000 giri/min
            • Alimentazione: due carburatori a doppio corpo orizzontali Weber 40 DCOE 4
            • Trasmissione: motore anteriore trazione posteriore, cambio a 5 rapporti tutti sincronizzati, comando a cloche, frizione monodisco a secco, rapporto al ponte 9/41
            • Sospensioni: anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido
            • Corpo Vettura: Cabriolet 2+2, 2porte, carrozzeria portante.
            • Freni: idraulici a disco sulle 4 ruote con servofreno a depressione
            • Dimensioni: lunghezza 4.08 m, larghezza 1.58 m, peso a vuoto 950 kg
            • Prestazioni: velocità max 180 km/h
            • Consumo: 9,5 litri/100 km
            • Pneumatici: 155 X 15

            Prezzo di listino 2.395.000 Lire
            Valutazione Attuale: 22.000 Euro (ruoteclassiche novembre 2013)

            Hanno Parlato Di Lei:


            Quattroruote Aprile e Luglio 1965
            Ruoteclassiche n°200 Agosto 2005

            Curiosità:

            La Paternità della Giulia GTC spetta a Bertone che ne realizzò il primo prototipo, ma la costruzione in serie viene effettuata dalla carrozzeria Touring di Milano.
            La GTC viene prodotta tra il 1965 e il 1966 in appena 1008 esemplari. Un esemplare ben conservato di Giulia GTC viene valutato circa 22.000 euro, più del doppio della versione coupè.

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            Eventi

            • 7-8 Febbraio 2009 "Milano Classic Motors"
            • 15-16 Novembre Salone del Modellismo Presso Padova Fiere
            • 8-12 Dicembre 2008 Fiera Ricambi Auto Moto d'Epoca a Ferrara